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Approfondimenti

Piccola enciclopedia Tezukiana

A cura della redazione
 
Il mondo di Osamu Tezuka è ricchissimo: centinaia di migliaia di pagine a fumetti, decine di produzioni per il cinema e la televisione. Pure alcuni musei sono nati con il preciso scopo di preservare all’umanità le vestigia artistiche di questo artista a 360 gradi, innamorato della professione come nessuno mai e testardo nel proseguire il suo cammino nonostante fallimenti, insuccessi e bancarotta. Altri dopo la sua morte hanno proseguito quel tragitto, che oggi pare infinito. Per aiutarvi a seguire le tracce del “Dio dei manga” abbiamo pensato a una piccola guida enciclopedica. Solo un assaggio di ciò che Tezuka è stato e sarà nella coscienza degli appassionati.
 
ANIMERAMA – Definizione coniata appositamente per il film “Le Mille e una notte” (1969) realizzato da Tezuka in collaborazione con il fedele Eiichi Yamamoto in vista di una serie di pellicole d’animazione concepite per un pubblico adulto che il regista accettò di firmare per la Herald, stanco della situazione ondivaga dei serial televisivi. A questa pellicola faranno seguito “Cleopatra” (1970) e “Kanashimi no Belladonna” (1972).
 
ASTRO BOY – Questo è il nome con cui è conosciuto in Occidente. “Tetsuwan Atom” è la più nota celebrità di Tezuka, nata da un fumetto che non ebbe molto seguito, “Atom Taishi” (L’ambasciatore Atom), e che risorgerà poi focalizzando l’attenzione sul giovane Tobio, vittima di un incidente d’auto e rimpiazzato dal padre scienziato da un androide in tutto simile a lui, tranne per il fatto di non poter crescere come tutti i bambini. Abbandonato dal padre e accolto dal buon professor Ochanomizu, il robot inizierà una vita nuova in difesa dell’umanità. Il fumetto andò avanti fino al 1968 ma nel frattempo Tezuka gli aveva dedicato una serie tv a cartoni animati di enorme successo che, peraltro, rappresentava il primo esempio del genere alla Tv giapponese. Negli anni ’80 verrà prodotto un remake a colori. E un ulteriore avventura televisiva del piccolo androide sarà realizzata nel 2003 dalla Sony. Da tempo a Hollywood si vocifera di un film in 3D. Prossimamente in dvd.
 
AKUEMON – Cortometraggio prodotto e realizzato da Tezuka Productions nel 1993 (durata: 24 minuti) e tratto da un lavoro a fumetti di Osamu Tezuka (la serie “Lion Books”). È soprattutto la prima regia di Makoto Tezuka, figlio maggiore dell’artista, il quale decise all’epoca di confrontarsi con l’opera del padre. Diventerà un’abitudine parecchio apprezzata. La storia racconta di una profezia che annuncia a Hidari Taisho che riuscirà a conquistare il Paese soltanto dopo aver cacciato e ucciso mille esemplari di volpe. Per far ciò viene dato l’incarico ad Akuemon, un reietto poco socievole. Le volpi però gli fanno trovare in casa una donna che dovrà passare per sua moglie: l’uomo che non ha mai amato nessuno in vita sua si scopre innamorato della donna.
 
ADOLF NI TSUGU – Celebre fumetto pubblicato dal 1983 al 1985 sulla rivista «Shukan Bunshun» che ha per protagonista nientemeno che Adolf Hitler, nel quale viene offerta al lettore una potente e riuscita analisi di ciò che Tezuka chiamava “egoismo dello Stato” raccontando la vita di Adolf Hitler attraverso la diceria che egli fosse di origine ebrea e per questo ucciso. Il manga è pubblicato in Italia dalla Hazard.
 
BAGI – Special Televisivo apparso sulla rete Nihon Television il 19 agosto 1984 e co-produzione tra il network e la Tezuka Productions. Bagi è un ibrido felino nato in seguito a esperimenti genetici a cui il giovane Ryo dà la caccia credendolo responsabile della morte della madre. Per la prima volta Tezuka guarda al presente, niente scenari fantastici o futuristici. Per fare ciò scrive e realizza questo manifesto contro gli esperimenti genetici, materia di grande dibattimento in Giappone e che proprio in quell’anno furono accolti e sostenuti dal governo nipponico. Tezuka si occupa di quasi tutto, dalla scrittura alle animazioni e ai colori. Prossimamente in dvd.
 
BANDAR BOOK – Fantascienza e avventura, con un pizzico di nostalgia per personaggi storici dell’entourage artistico di Tezuka (vedi: Black Jack), mescolati assieme per un altro dei più popolari Special TV firmati dal disegnatore. Tornano anche accenni alla sessualità e al tema dell’amore. Bandar è il giovane principe di un lontano pianeta dove gli abitanti sono in grado di trasformarsi in animali. Un giorno scopre di essere un trovatello, proveniente dal pianeta Terra, ora controllato da un Computer. Decide così di tornare sul pianeta natale e sconfiggere la tremenda macchina. Prossimamente in dvd.
 
BLACK JACK – A Tezuka piaceva immensamente consentire l’accesso dei suoi personaggi in altre opere di sua creazione. Per Black Jack, medico reietto e radiato dall’albo, è stato così in numerose produzioni del disegnatore. In principio però anch’esso era personaggio a fumetti, nato sulle pagine di «Shonen Champion» nel 1973 in cinque episodi che non prevedevano alcuna continuità. Il successo travolgente convinse Tezuka a impegnarsi in una serie che terminò soltanto nel 1978 con all’attivo oltre 220 episodi. Poi iniziarono le comparsate nel cinema d’animazione: “Bandar Book” (1978), “Espresso sottomarino” (1979), “Uccello di fuoco 2772” (1980), il ventisettesimo episodio del nuovo “Astro Boy” a colori (1981) e “Bremen Four” (1981). Bisognerà attendere i primi anni ’90 prima di vedere Black Jack protagonista di una serie tutta sua: i dieci Oav diretti da Osamu Dezaki e consacrati da enorme successo anche in Italia e il film del 1996, “La sindrome di Moira”, che ha fatto il giro dei festival d’animazione di mezzo mondo. Accompagnato per mano da Makoto Tezuka, nel 2004 il medico in nero si godrà una serie tv di 61 episodi e nemmeno un anno più tardi un nuovo film, sempre diretto dal figlio del disegnatore, “Black Jack: The Two Dark Doctors” (2005), che sarà presente al “Future Film Festival” 2007 a Bologna. Altra data, primavera 2006 quando Tezuka Junior torna a occuparsi del personaggio in una seconda serie televisiva dal titolo “Black Jack 21”. Al di là del curriculum nutrito, di Black Jack è sempre piaciuta la personalità ombrosa e senza eccessivi spigoli. In origine doveva nascere come personaggio negativo e ambiguo (i capelli bianchi e neri furono pensati a questo scopo) ma l’affetto del pubblico costrinse Tezuka a ripensarlo totalmente. Ad accompagnare il dottore nelle sue avventure la bimba-non-bimba Pinoko. Prossimamente in dvd.
 
BREMEN FOUR – Se il grande schermo per Osamu Tezuka rappresentava uno scoglio insormontabile, carico di dubbi e fallimenti, non così si può dire delle produzioni televisive a cui partecipò. Piccoli film pensati come speciali nei quali era libero di affrontare le tematiche che gli stavano più a cuore. Anche “Bremen 4” (1981) rientra in questo schema e partendo dal celebre “I musicanti di Brema” costruisce una favola fantascientifica dove si parla di guerra, esperimenti genetici e pacifismo. Prossimamente in dvd.
 
DON DRACULA – In campo televisivo e seriale questo anime di soli quattro episodi rappresenta una delle più cocenti sconfitte di Tezuka. Il mito del succhiasangue era nato come manga umoristico: replicarne sul piccolo schermo le avventure – pur per interposta persona: il regista Masamune Ochiai – si rivelò un passo falso.
 
DORORO – Dallo splendido fumetto apparso in solitudine in Italia per i tipi di Kabuki Publishing ambientato in epoca feudale, l’allora Mushi Production trasse nel 1968 uno storico anime in bianco e nero diretto da future celebrità come Osamu Dezaki e Gisaburo Sugii. Naturalmente Tezuka lo pensò a modo suo senza trascurare il tema della mutazione della carne che costringe il guerriero Dororo – vittima di un maleficio voluto dal padre in cambio del potere – a cercare giustizia e la dignità perduta come essere umano.
 
ESPRESSO SOTTOMARINO – Spettacolare Special Televisivo prodotto nel 1979 su sceneggiatura di Tezuka che funge da rimpatriata dei personaggi più celebri del disegnatore: da Black Jack ad Astro Boy, da Leo a Don Dracula. Si immagina un potente treno che dovrà percorrere a tempo record una distanza di 25mila chilometri, ma un attacco terroristico cambierà il tragitto e il corso “temporale” degli eventi. Uno dei migliori lavori per la televisione. Prossimamente in dvd.
 
FUSHIGINA NO MELMO – Ovvero “I bon bon magici di Lilly” (1971), una delle prime produzioni di Tezuka Productions a inizio anni ’70, periodo piuttosto critico per il disegnatore e regista in seguito al fallimento di Mushi e al calo di vendite di alcuni suoi manga. La serie però è un piccolo gioiello per l’epoca, e piuttosto fantasiosa: una giovane madre muore precocemente ma in Paradiso riesce a convincere Dio a far pervenire alla figlia un flacone con miracolosi confetti rossi e blu che le consentiranno di crescere o decrescere di dieci anni. Con questo trucco la ragazzina potrà prendersi cura del fratellino rimasto come lei orfano. Peccato che la somministrazione delle pillole non sempre otterrà gli effetti voluti. A metà via tra divertimento e riflessione, uno dei lavori più riusciti di Tezuka. Prossimamente in dvd.
 
FOOMON – Tratto da uno dei primi fumetti di Tezuka, “Foomon” è uno Special Televisivo realizzato nel 1980. In esso prevale l’attaccamento del regista/disegnatore per le tematiche ecologiste e infatti immagina una popolazione di creature luminescenti votate al sacrificio pur di salvare dalla distruzione ogni razza animale del pianeta Terra. Nel corso della loro missione i “foomon” scoprono che non proprio tutti gli umani sono cinici e disinteressati al destino del pianeta e cercano di salvare pure loro. Come sempre il film venne trasmesso dalla rete televisiva NTV con discreto successo. Prossimamente in dvd.
 
GENESIS – Parodia in 3 minuti e 42 secondi del film “La Bibbia” di John Huston. Un divertissement prodotto da Tezuka nel 1968, a metà strada tra i suoi corti d’autore e una distensiva parentesi artistica tutta rivolta all’ironia. Realizzata in economia ma di grande fascino visivo.
 
GOKU NO DAIBOKEN – Nel periodo d’oro di Mushi, Tezuka ripensa in chiave televisiva uno dei suoi maggiori successi a fumetti, “Boku no Son-Goku” (1952), a sua volta ispirato al mito di “Saiyuki” e affida la regia al suo migliore allievo, Gisaburo Sugii. La serie tv prodotta nel 1967, che in Italia si intitolerà “The Monkey”, è indiscutibilmente una delle più bizzarre e divertenti.
 
HIDAMARI NO KI – Uno dei manga degli anni ’80, ambientato in epoca feudale, che è diventato serie tv animata nel 1998 grazie al devoto Gisaburo Sugii. Con quel fumetto Tezuka completò quella che i critici e gli studiosi chiamarono la trilogia “medica” ideata dal disegnatore: “Black Jack”, “Kirihito Sanka” del 1970 e quindi “Hidamari no Ki”.
 
HI NO TORI – Il progetto editoriale più ambizioso di Osamu Tezuka, iniziato come fumetto nel 1954 e ambientato in diverse epoche con la Fenice come trait-d’union, è ancora oggi considerato il capolavoro assoluto di tutta la bibliografia tezukiana. Alla fine degli anni ’70, in pieno anime boom, si pensò al migliore modo di sfruttare questo titolo e vennero prodotti addirittura due lungometraggi, uno diretto dal celebre Kon Ichikawa (Hi no Tori – Reimei Hen, 1978) e ambientato nel Giappone arcaico e l’altro realizzato da Tezuka con il fidato Eiichi Yamamoto (Hi no Tori 2772 – Ai no Cosmozoon, 1980) ambientato nel futuro. I risultati qualitativi sono sorprendenti per l’epoca e anche molto costosi, ma al botteghino l’operazione si rivelò un clamoroso fiasco. Tale da costringere Tezuka alla resa con il cinema (per ripiegare poi con successo sul piccolo schermo e gli Special prodotti con NTV). Con l’avvento dell’home-video, saranno preziosi allievi come Rintaro a tornare sull’argomento e a realizzare altri capitoli della serie tra il 1987 e il 1988 su pressione di Kadokawa Shoten: “Hi no Tori – Hoo Hen”, “Hi no Tori – Yamato Hen” e “Hi no Tori – Uchu Hen”. Prossimamente in dvd. 
 
JUMPING – La fantasia di Tezuka era senza freni. Il meglio di sé talvolta lo dava in cortometraggi sperimentali come questo “Jumping” (1984) che contestualizza in animazione lo sguardo in soggettiva di un anonimo saltatore. Il mondo passa attraverso il suo instabile punto di vista. Geniale. E molto premiato, tra cui un riconoscimento al festival di Zagabria.
 
JUNGLE TAITEI – Il primo e più popolare personaggio di Tezuka dopo “Astro Boy”. E pure quello che ha fornito i maggiori dispiaceri ai fan del bianco leoncino quando se lo sono visti clonare (senza neanche un accenno di ringraziamento) dalla Walt Disney con il film del 1994 “The Lion King”. Pubblicato dal 1950 al 1954 sulle pagine di «Manga Shonen» e soggetto a numerosi rimaneggiamenti, la storia delle tre generazioni leonine in quel della giungla africana ha dato vita a serial tv (negli anni ’60 e uno nel 1989) e diversi film, l’ultimo dei quali è stato realizzato da Yoichi Takeuchi nel 1997 totalizzando oltre 100 mila presenze nelle sale nipponiche. Del suo adorato personaggio Tezuka disse: “In Jungle Taitei ho voluto raccontare di lotte incessanti e di conquiste che mettono a confronto la Natura e gli esseri viventi. Ovviamente per essere credibile, lo scenario doveva essere pessimista. Alla fine della mia storia gran parte dei personaggi che si affrontano sul Monte Moon periscono. Ma fiumi e montagne dopo di loro continueranno a esistere ancora. Questo partito preso non ha sconvolto i ragazzini, al contrario: sono diventati rapidamente coscienti delle ingiustizie sociali e in natura. Il pericolo vero è quello di convincerli a dimenticare in fretta questa realtà artificiosa e sempre più priva dei sentimenti”.
In Italia “Jungle Taitei” si è presentato con il titolo “Kimba il leone bianco” e giusto per non dimenticare la lezione del compianto maestro, Tezuka Productions nel 1997 mette in cantiere un bellissimo film di 94 minuti. Di questo lavoro il regista Yoshio Takeuchi racconta: “Evidentemente al momento di accettare l’incarico, non avevo certo scordato che un recente film americano aveva il medesimo soggetto e gli stessi eroi inventati dal mio maestro Tezuka negli anni ’50. Ma ciò non mi ha scoraggiato, anzi. È la natura stessa di quell’opera, peraltro trasmessa più di trent’anni fa dalla rete americana NBC, ad aver forgiato il mio animo. Tezuka era un grande genio e “Jungle Taitei” è stato una metafora straordinaria, un dramma shakesperiano su cui il suo autore non ha mai smesso di lavorarci in trent’anni. Era indispensabile portare sullo schermo la visione autentica di Leo. Avevo un sacco di responsabilità, quindi. Non so se mi sono avvicinato allo scopo con sufficiente abilità, però ci ho messo tutto il mio cuore. Non credo di aver mai investito così tanto in un progetto. L’opera racconta il mondo della giungla e quello degli uomini e Tezuka critica aspramente la società umana che è la vera giungla, caotica e spogliata dei più nobili principi. Ma ha analizzato anche altri temi: l’utopia di un mondo dove gli esseri viventi non ci uccidessero fra loro, il lirismo che emerge dal caos, la distruzione dell’habitat naturale, l’evoluzione della scienza e la ricerca della felicità. Insomma nel mio film ho dovuto riconsegnare a Leo la sua originale dimensione umanista”. 
 
MACCHAN NO NIKKICHÔ – “Il diario di Machan” è il manga d’esordio scritto e disegnato da Tezuka nel 1946, un’opera che diventerà in brevissimo tempo molto popolare tra i lettori e catapulterà un indeciso Osamu, studente di medicina, nel mondo dei fumetti.
 
METROPOLIS – È probabile che i fan più giovani si ricorderanno in futuro di “Metropolis” per il sontuoso film animato diretto da Rintaro nel 2001 su sceneggiatura di Katsuhiro Otomo: uno dei migliori e più arditi progetti di Tezuka Productions per mantenere vivo il nome del disegnatore. In origine era un manga del 1949 che rivelava tutta la passione di Tezuka per la science fiction e per il film omonimo di Fritz Lang. Anche in questo caso l’opera rientra in una trilogia composta da “Lost World” (1948), “Metropolis” e “Next World” (1951).
 
MORI NO DENSETSU – Il progetto di questo lavoro animato, lontano dalla sfera più commerciale delle produzioni di Tezuka, era iniziato nel 1971 e completato dopo innumerevoli interruzioni soltanto nel 1987 (per una trentina di minuti di durata). Diversi quadri, introdotti dalla Quarta Sinfonia di Chaikovskji e diverse le tecniche d’animazione dalle origini a oggi utilizzate. A suo modo un altro capolavoro in miniatura.
 
MUSHI PRODUCTION – All’apice del successo come fumettista, nel 1961 Osamu Tezuka decise di fondare la propria società di produzione rivolta alla nascente industria dell’animazione. I soci fondatori erano l’amico Eiichi Yamamoto, Yusaku Sakamoto, Chikako Watanabe e Kazuyuki Hirogawa. All’inizio la chiama “Tezuka Osamu Productions Doga-bu” che in seguito diventerà invece “Mushi Production” per il significato del termine ‘mushi’ (insetto) che associato alle parole ‘manga’ e ‘eiga’ poteva indicare i “divoratori di fumetti e film”. In questa compagnia confluiranno numerosissimi animatori e disegnatori della Toei ma anche future star come Yasuhiko Yoshikazu, che di animazione all’epoca non sapeva quasi nulla.
 
ONBORO – Altro storico cortometraggio di cinque minuti premiato al festival di Hiroshima nel 1985. Qui vengono riesumati personaggi del cinema western (“una produzione del 1885” si legge nei titoli d’apertura) che devono vedersela con una pellicola capricciosa, tipica dell’epoca del Muto, con salti, rovesciamenti dell’immagine e le classiche “graffiature” dovute all’usura.
 
RIBON NO KISHI – La “principessa con il fiocco” è la protagonista di uno dei più celebri fumetti di Tezuka, rivisto poi numerose volte in successive edizioni e proposto come serie animata nel 1967. In esso c’è tutta l’ammirazione per le opere disneyane e per il Takarazuka. È considerato uno dei progenitori dello shojo manga, il fumetto per ragazze.
 
SHIN TAKARAJIMA – Uno dei bestseller a fumetti del giovane Tezuka. I testi sono dell’animatore Sakai Shichima e con il suo stile innovativo riuscì a vendere oltre 400 mila copie. La “Nuova Isola del Tesoro” fu la chiave di accesso dell’esordiente Osamu nel mondo dei manga.
 
STAR SYSTEM – Ovvero quella lunga lista di personaggi e caratteristi che affollano le sue opere e si dilettano a presenziare in contesti diversi da quelli originariamente ideati. Tra i tanti ricordiamo Higeoyagi (lo “zio baffone”), l’astratto Hyotantsugi (quell’esserino che appare in Black Jack con naso da maiale e corpo rattoppato) o l’inconfondibile Ochanomizu (letteralmente: “acqua per il the”) con il suo naso enorme e prominente e i capelli a ciuffi.
 
STORY MANGA – Definizione che solitamente tende a inquadrare la novità stilistica e narrativa improntata da Tezuka nel suo “Shin Takarajima”. Ovvero una costruzione a fumetti che ricalca inquadrature e movimenti cinematografici. In realtà di trattò soprattutto di un più ragionato sviluppo si storie e personaggi. Risiede qui in pratica la nascita del manga moderno.
 
TAKARAZUKA – Città non lontana da Osaka in cui si recava la madre di Tezuka accompagnata dal figlio per ammirare e seguire le rappresentazioni del celebre Teatro di rivista esclusivamente femminile che era nato in quella località nei primi anni ’10.
 
TOEI DOGA – Il celebre Studio diede ospitalità anche al giovane disegnatore in qualità di sceneggiatore. Tezuka partecipò a “Saiyuki” (in Italia: “Le tredici fatiche di Ercolino”, 1961) ma sicuro di riuscire a equilibrare sia l’attività a fumetti che la sua presenza nell’affascinante mondo dell’animazione contribuì in negativo ritardando il lavoro dei disegnatori.
 
TOKIWASO – Lo storico edificio in cui si riunivano giovani disegnatori alle prime armi nel mondo del fumetto giapponese: Tezuka, Hiroshi Fujimoto, Motoo Abiko, Shotaro Ishinomori, Fujio Akatsuka. Tutti loro affascinati dal successo e dalla novità rappresentata da “Shin Takarajima”.
 
UMI NO TORITON – Serie televisiva datata 1972 e tratta molto liberamente dal manga “Aoi Toriton” di Osamu Tezuka. Dietro c’era lo zampino di Yoshinobu Nishizaki (Corazzata Yamato) e della sua società Office Academy, che nel frattempo era diventato collaboratore fidato dello stesso disegnatore in veste di general manager. La regia viene affidata all’allora esordiente Yoshiyuki Tomino, che cercava di farsi strada dopo l’assunzione alla Mushi. La storia del giovane Triton che cerca vendetta nei confronti della gente di Poseidon, nasconde nel suo plot denso di avventura e romanticismo temi in realtà molto più adulti rispetto alle produzioni del periodo e diventerà un piccolo oggetto di culto tra gli appassionati.
 
UNICO – Essere ‘kawaii’ e non saperlo ancora. Pubblicato come fumetto nel 1976 sulle pagine di «Ririka», rivista edita dalla Sanrio, “Unico” racconta la storia di un piccolo unicorno cacciato dal suo mondo a causa dell’invidia che la dea della bellezza Venere prova per la giovane umana Psiche, il segreto della quale è proprio custodito nei poteri magici della piccola creatura. La dea ordina a Zephiro di trovare l’unicorno e abbandonarlo in un luogo molto lontano facendogli così perdere la memoria. Fin dal principio il fumetto di Tezuka fu pensato per il mercato estero e proprio per questo disegnato “all’occidentale”. Nel 1981 la Sanrio decise di farne un film d’animazione con Akio Sugino come direttore delle animazioni. Due anni più tardi sarà la volta di “Unico – Maho no shimai e” (Unico verso l’isola magica) diretto da Morimi Murano.
 
YAMAMOTO, EIICHI– Uno dei più fedeli e prolifici collaboratori di Tezuka assieme a Rintaro (lo special Tezuka Osamu Monogatari – Boku wa Son Goku, 1989), Gisaburo Sugii (Goku no Daiboken, 1967) e Osamu Dezaki (Black Jack) che lo ha seguito nelle regie e nelle sceneggiature. Tra i suoi lavori i film di “Astro Boy”, “Jungle Taitei”, “Cleopatra”, “Kanashimi no Belladonna”, “Le Mille e una notte”. Ma ha firmato film poco conosciuti come “Odin” (1985), “Oshin” (1984) e partecipato alle sceneggiature di “Yamato – Il nuovo viaggio” e “Addio Yamato”.
 
WALT DISNEY – Tutti conoscono l’ammirazione e la stima professionale di Osamu Tezuka per il creatore di Mickey Mouse. Ed è assodato il fatto che le opere dell’artista americano influenzarono in bene i fumetti e l’animazione del disegnatore giapponese. Le decine e decine di volte passate a guardare “Bambi” devono pur aver significato qualcosa. Ma anche Disney conosceva Tezuka e questo è quanto disse del collega prima che la morte se li portasse via entrambi: “Ho sempre sperato di realizzare qualcosa su soggetti così innovativi come “Astro Boy”. Inoltre serie come “Jungle Taitei” sono formidabili sotto ogni punto di vista. Tezuka è un grande creatore di idee, un magnifico cineasta: bisognerebbe che un giorno si riuscisse a lavorare insieme su un soggetto comune, sono sicuro che il risultato sarebbe formidabile!”. Una speranza che non avrà mai modo di concretizzarsi e dubitiamo che il caro Walt avrebbe apprezzato e caldeggiato un’operazione cinematografica come “The Lion King”.
 
Per le immagini © Tezuka Productions
 

 
 
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