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Sulle tracce della punzella
La galleria di personaggi storici secondo Yas cambia genere e si presenta tutta al femminile. O quasi. Se è vero che le apparenze ingannano, il vecchio adagio calzerà a pennello per la nuova uscita della collana “Grandi personaggi storici a fumetti” che nei prossimi mesi inseguirà lo spettro della pulzella d’Orléans così come il disegnatore giapponese l’ha vista nel suo spettacolare fumetto a colori. E non senza sorprese.
Giovanna D’Arco è un personaggio che fa pensare. Prima di Yasuhiko Yoshikazu, un altro giapponese, Katsuya Kondo, era rimasto affascinato dalla pulzella e per diletto (e per gli amici della Tokuma Shoten) disegnò a inizi anni ’90 un manga che finì sulle pagine di «Animage», segnalandosi più per lo stile grafico tanto simile a quello dello Studio Ghibli da cui ovviamente proveniva. Niente in confronto a quest’opera meditata e sofferta che Yas ha partorito come suo solito, ovvero con un carico di conoscenze e problematiche che quasi superano i confini del fumetto per insediarsi nei meandri della saggistica. O qualcosa del genere.
Come “Gesù” anche questo lavoro si presenta in un ambizioso tragitto euristico che costeggia la Storia cercando di porre domande e interrogativi, senza mai sfatare il mito. Oltre che metodo, c’è passione nel ripercorrere le tappe che condussero la giovane ragazzina di campagna nell’epicentro di una guerra secolare e nelle diatribe di palazzo dove il Potere è un ghiotto gingillo per quello scacchiere di conflitti e divisioni che era l’Europa centrale del xv Secolo.
Inoltre come “Gesù”, anche “Giovanna” è tutta a colori e promette di entusiasmare gli appassionati di lunga data del disegnatore giapponese. Ma non soltanto loro, vista l’attenzione crescente che anche i periodici non specializzati hanno dedicato a queste singolari biografie a fumetti.
Protagonista della vicenda è però un’altra giovane donna, Émilie, che il padre adottivo ha fatto passare per maschio e che tredici anni dopo la morte della pulzella si ritrova a correre in aiuto di Re Carlo VII, tradito dal figlio Luigi – ambizioso pretendente al trono – e da tutti coloro che sotto la guida di Giovanna aiutarono per farlo incoronare sovrano a Reims e combattere il nemico per eccellenza, l’Inghilterra.
Facile intuire che la protagonista, complici capello corto e abiti maschili, finirà con il ripercorrere le tappe salienti della vita di Giovanna, svelando particolari che si innestano ai resoconti e alle memorie di quanti le stettero accanto in battaglia e, in alcuni casi, stabilirono con lei un rapporto privilegiato di complicità e reciproco rispetto. E ora che Émilie s’è addentrata in un terreno così aspro come quello della guerra, non sarà facile distoglierla da tutta una serie di avventure e circostanze che finiscono per mettere più volte la sua vita in pericolo, pur restando sopra di lei a dettare le regole del gioco la leggenda della “vergine santa”.
Il fumetto è una sorpresa in tal senso, soprattutto quando si pone alle spalle di personaggi apparentemente secondari (in una parola: i cavalier serventi della missione di Giovanna) e indaga il loro passato glorioso alla luce di eventi che al tempo di Émilie tanto gloriosi non sono. Come se, bruciata la pulzella sul rogo, ogni parvenza di eroismo e sincero patriottismo fossero svaniti nella nebbia del tempo, inghiottiti dai peggiori riflussi emotivi degli uomini. Gli stessi che in “Giovanna D’Arco” mettono in campo atrocità, crudeltà, bieco cinismo e disinteresse per la sofferenza del popolo. È la forza di un ricordo a riassestare certi equilibri e consentire al fumetto di Yas di giungere al termine della Storia. Sempre con la maiuscola. Soltanto a quel punto sarà importante scoprire il nome del reale protagonista di questo racconto e fare i conti con l’epica sottile e le notevoli implicazioni psicologiche giocate sulla pelle di personaggi realmente esistiti. Qui il disegnatore giapponese è davvero bravo e il suo “Giovanna D’Arco”, già affascinante per lo straordinario utilizzo dei colori, finisce per collocarsi un gradino più in su rispetto a “Gesù” e “Alessandro Magno”. Qualcuno non ha esitato a parlare di capolavoro. Di certo l’appoggio della critica straniera (francese e spagnola in primis, visto che lì il manga di Yas è uscito prima che in Italia) non s’è lasciato attendere e in molti hanno riconosciuto l’enorme bagaglio ideologico che questo fumetto custodisce nei suoi quattro volumi. Come se non bastasse l’accuratezza storica a salvare la faccia, ma occorresse sempre e comunque un basso profilo intellettuale per transitare in un limbo di pensieri che solitamente il mondo dei balloon tiene distante da sé.
di Mario A. Rumor
Per le immagini © Yoshikazu Yasuhiko