Che per l’occasione useremo anche per festeggiare l’anniversario di “Alps no shojo Haiji” (il nostro Heidi), andato in onda in Giappone a partire dal gennaio 1974. Quarant’anni e non sentirseli addosso: questo deve essere il segreto dei classici di cinema e Tv. Nel 2009 la rivista della Hakusensha “MOE”, specializzata sul mondo dell’infanzia, dedicò un numero speciale alla pastorella delle Alpi. Vi anticipiamo subito che i contenuti fanno venire l’acquolina in bocca. Ragione numero 1: sono presenti alcuni image board di Yoichi Kotabe realizzati poco prima che Isao Takahata cominciasse a lavorare alla produzione della serie Tv. Ragione numero 2: i panini bianchi per la nonna di Peter sono lì a guardarvi dalle pagine della rivista. E anche il formaggio del nonno (al secolo: il burbero Vecchio dell’Alpe).

Tre parole invece sulla rivista: sei un capolavoro. Punto esclamativo. Che il Giappone fosse avanti di millenni rispetto a noi in fatto di cultura e lettura, è risaputo. Che il Giappone affezioni i suoi pargoli alle più demenziali e sciocche tecnologie del divertimento è cosa nota. Eppure a latere, e non per questo meno enfatizzata, la cultura per l’infanzia trova degna gratificazione attraverso pubblicazioni come “MOE”. Lo fa tenendo in conto la smisurata produzione figurativa, letteraria e consumistica dedicata al pubblico dei ragazzini (anche se non siamo sicuri che il target sia limitato a loro su quelle pagine). Della serie: anche una tazzina da tè con un lupacchiotto disegnato può servire a (vendere) e solleticare la fantasia. A questo punto, il buon Toshio Suzuki dello Studio Ghibli aveva visto giusto quando dirottò il successo delle produzioni dello studio sul merchandising. Tutto il resto, su “MOE”, è inno alla curiosità e all’immaginazione. Quella cosa che neanche uno smartphone potrà mai ricreare. Se sapete il giapponese e vi capita un numero della rivista fra le mani, non esitate. Compratela.