Sembra il titolo di un film di Yasujiro Ozu, in realtà è la sintesi alquanto fallimentare in voga a Hollywood quando la Mecca del cinema cincischia di nuove produzioni live tratte o ispirate a popolari manga e anime. Di una versione in carne e ossa, da anni i due titoli più chiacchierati sono “Battle Angel Alita”, che James Cameron dice di voler fare assolutamente in mezzo ai vari “Avatar” (e forse qualcosa ha già fatto: vedere la serie Tv “Dark Angel”) e l’onnipresente “Akira”, la cui realizzazione ha solleticato il portafoglio di Leonardo di Caprio.

Più dannose le cose si fanno quando alle parole degli executive seguono i fatti: hanno voluto Dragon Ball, lo hanno fatto ma non ci risulta che il numero degli estimatori sia così consistente (quantomeno per gli incassi).

Per la serie, appunto, “avrei voluto, ma…”, la memoria corre dunque all’autunno del 1999 quando alcune idee sembravano eccitare la fantasia sia dei produttori che dei direttori del casting. Per ragioni assolutamente di mercato, possedendone i diritti, Columbia Pictures ardeva per esempio dal desiderio di fare un “Astro Boy” in forma di film che mescolasse live action, animatronics e computer animation. La sintesi discussa intorno a un tavolo era: facciamone un Pinocchio del XXI secolo. Nei panni dello scienziato che creava il robottino con le fattezze del figlioletto morto i nomi delle star da coinvolgere erano quelli di Tom Hanks, Jim Carrey e Will Smith. Ringraziate il cielo che ci abbiano ripensato, ripiegando qualche anno dopo sul film animato in CGI di David Bowers per la Imagi Animation. Coincidenza, il solito Steven Spielberg ci arrivò comunque, ma per la Warner: “A.I. – Intelligenza artificiale” (2001) è il “vero” Pinocchio del Ventunesimo secolo, che finisce in una famiglia bisognosa ma senza agganci forzati all’immaginario manga giapponese. E il film è pure bello.

Sempre nel 1999, la Disney rilanciava invece con una versione live di “Domu” (all’epoca fare “Akira” era considerato impossibile). Il fumetto capolavoro di Katsuhiro Otomo era stato distribuito con successo negli States, quindi conosciuto e apprezzato. La major aveva reso partecipe del progetto – definito un “horror movie” – l’allora talentuoso Guillermo del Toro. Quale diva di Hollywood avrebbero visto bene nella parte della giovane protagonista? Anche qui tre candidate: Leelee Sobieski, Natalie Portman e Kirsten Dunst.

Oddio, magari qualcosa di buono saltava fuori. Oppure no?